Edgar Morin – 11 Nov a Meet the Media Guru

Edgar Morin è uno dei più grandi pensatori viventi.

Padre del pensiero complesso europeo continentale che, a differenza di quello anglosassone (ben identificato nella Terza Cultura, vedi Edge.org), non si ferma ad una epistemologia della complessità, ad un tecnicismo intorno ai sistemi complessi (per quanto importantissimo) ma propone una Visione più ampia, un modo di intepretare e accostarsi alle problematiche in generale.

E’ uno dei padri della transdisciplinarietà, principale punto di vista e modo d’essere (io lo chiamo “ibrido“) in grado di affrontare sfide complesse, multifattoriali, con logiche non lineari ….. in altre parole, le principali che incontriamo oggi nella quotidianità di un mondo dove scienza e tecnologia accellerano in modo esponenziale e la globalizzazione comprime spazi e tempi ma moltiplicando le variabili.

Si muove tra scienze umane e naturali creando ponti tra discipline diverse coinvolte in oggetti di studio e problemi comuni. E’ un intuitivo e le sue visioni d’insieme che guidano la ricerca scientifica e socioculturale unite dalla complessità del vivente, a volte sono troppo ampie per la verticalità di certi scienziati e troppo scientifiche per le riluttanze di certi umanisti.

E’ un genio delle terre di mezzo e per questo lo trovo straordinario. Suggerisco di leggervi quale che suo libro.

Non avrete da lui facili ricette ma “rotte” su come essere, come porsi nelle sfide nuove e prossime, le sfide della complessità iniziate nel secolo scorso e maturate oggi.

I complimenti a Meet the Media Guru che dopo BJ Fogg (ricercatore di riferimento per una psicologia dell’IxD alla quale sono legato) e Steven Berlin Johnson (che due anni fa definivo tra il miglior esempio di nuovi intellettuali ibridi in circolazione) riportano a Milano un Maestro, io sono più che soddisfatto. 🙂

[image: Pontificia Universidad Católica de Chile]

Ignite – L’innovazione transdisciplinare necessita di sintesi

Mi piace la struttura veloce (se poi c’è una possibilità di approfondimento informale) dell’Ignite.

Saper indurre una sintesi costruttiva negli eventi e negli ambiti collaborativi è molto importante.

La massa di conscenze, informazioni, stimoli da gestire cambiano il modo di progettare spazi sociali, professionali transdisciplinari. Progettare regole di un evento o di uno spazio di knowledge management digitale come un social network sono presupposti fondamentali in contesti innovativi. Per esempio, in rete twitter è stato interessante (dal punto di vista del design) in quanto ha dimostrato che il “non dare spazio” produce nuove forme di comunicare altrimenti difficili da indurre.

Ovviamente tengo scontato che spazi materiali e digitali di comunicazione, socializzazione sono da considerare su di un continuum.

Per tornare agli eventi, avevo sperimentato a Sci.bzaar.net con interventi di 10 min ed era risulato un buon compromesso.

Qui di seguito due esempi di interventi all’Ignite.

Cyborg AnthropologyAmber Case

How To Make Robots More SocialHeather Knight

Frontiers of Interaction V – 8 Giugno 2009, Roma

Ormai sono cinque anni che il fertile Leeander, a partire dalla storica community sull’interaction design IDEARIUM.ORG (di cui faccio con orgoglio parte dell’anti-redazione), arricchisce la rete italiana con questo bel evento di livello internazionale.

Mi permetto una piccola riflessione parallela:

Chi e come, fuori dalle logiche del blogstar system, in questi anni ha dato un contributo costruttivo alla rete italiana? Frontiers è un esempio, ma non mancano altri se si guarda sotto la superficie della rete.

Quest’anno è al prima volta a Roma, spero sia una occasione anche per i professionisti, esperti e geek del centro e sud di incontrarsi in un contesto innovativo.

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Better Software 2009 e intervista su Usabile.it

better-software-logo.gif

Domani sarò a Firenze e interverrò con Davide al Convegno di due giorni Better Software 2009.

Parleremo di Design Motivazionale e di come, secondo noi, stia evolvendo parte dell’interaction design sotto la pressione dei social network, verso una più ampia psicologia della interazione uomo-macchina-uomo.

Nel mentre Maurizio Boscarol di Usabile.it ci ha intervistati sul nostro intervento. Qui trovate l’intervista.

Oss. Enterprise 2.0 – 25 Marzo 2009

Mercoledì 25 Marzo 2009
Aula Carlo de Carli – Politecnico di Milano/Campus Bovisa, Via Durando 10

Presentazione dei risultati della Ricerca dell’Osservatorio Enterprise 2.0 della School of Management del Politecnico di Milano.

Proseguendo in questo percorso di Ricerca, l’Osservatorio si è posto quest’anno l’obiettivo di approfondire quattro temi chiave:

  • Social Network & Community;
  • Unified Communication & Collaboration;
  • Enterprise Content Management;
  • Adaptive Enterprise Architecture.

Nell’analizzare le iniziative in corso e i loro impatti sull’organizzazione, la visione dei responsabili dei progetti e dei CIO è stata affiancata e confrontata con quella di altri attori che hanno un impatto rilevante su queste iniziative tra i quali, in particolare, i responsabili delle Direzioni Risorse Umane e Marketing e Commerciale. Sono stati coinvolti, attraverso survey ed interviste, oltre 300 executive.

Qui la brochure.

Qui per l’iscrizione.

Dalla Società della Conoscenza alla Economia della Conoscenza

Da anni parliamo di Società della Conoscenza e in questo video, tratto dall’evento Nati Digitali di Nova Multimedia, David (il nostro “Piero Angela futurologo”) lancia alcuni spunti noti agli addetti ai lavori ma ancora troppo poco ai più.

Ormai il punto cruciale non è prendere atto della crescita della Società della Conoscenza, processo inarrestabile, ma identificare il prima possibile in che termini, tempistiche, modalità potremo sempre più massicciamente parlare anche di una Economia della Conoscenza.

La mutazione tecnologica iniziata negli anni ’90, diventa culturale nella prima decade del 2000 e probabilmene tra il 2010 e il 2020 maturerà anche l’Economia della Conoscenza. Ma che sia chiaro stiamo parlando di una mutazione, di un cambiamento profondo delle persone, del loro modo di gestire quotidianamente informazioni. Una mautazione cognitiva, sociale, valoriale, culturale. Trovo molto interessante a proposito l’intervento di Baricco a Venice Sessions.

http://venicesessions.it/wp-content/themes/veniceSessionTheme/swf/videoPlayer_nowide__vs.swf

La Economia della Conoscenza non emerge solo dalla innovazione tecnologica. La tecnologia è l’innesco di un sistema complesso, è necessaria ma non sufficiente e dopo anni di 2.0 dovrebbe essere chiaro. Finchè il modello di business è sviluppare una startup per farsi poi comprare da google o altri non possiamo parlare di una Economia della Conoscenza.

Prima deve maturare la Società della Conoscenza e poi progressivamente anche l’Economia della Conoscenza in quanto concatenazione di cambiamenti profondi e sociali, sarà come avere tanti piccoli Gutenberg non a distanza di secoli ma di anni! Questo vale tanto per gli imprenditori che per i ricercatori.

L’Economia della Conoscenza si basa su una mutazione profonda della società innescata principalmente da internet che cambia i singoli nella loro routine di personal knowledge management, nel loro modo di costruire una identità, nel loro modo di socializzare, di percepire spazio e tempo, reale e virtuale, naturale e artificiale, mentale e digitale. Come muta lo scambio in tutto ciò? Si è spesso parlato di economia del dono, basta? Non credo.

Mutano i rapporti di potere intorno alla conoscenza, cambiano le abitudini, i desideri, i bisogni, i comportamenti su cui costruire nuove forme di business e comunicazione.  Ne parlavo proprio di recente allo IULM in una serie di conferenze organizzate da Maurizio.

Anche David non può non citare il MIT che è sempre 10-15 anni avanti al resto delle università mondiali sulla transdisciplinarietà della ricerca e le logiche open, base della mutazione del valore della conoscenza come bene diffuso.

Come e quando cambieranno le università e la ricerca sotto l’impatto di internet? Qui a Sci.bzaar.net avevamo cercato di individuare alcuni scenari possibili in modo propositivo. Essendo le università le istituzioni più importanti di gestione, produzione, valorizzazione della conoscenza il loro cambiamento interno, nella comunicazione esterna, nelle HR, nella forme di business della formazione e ricerca sono un passaggio fondamentale anche per la società e l’economia.

E’ ora di fare una mappa delle mutazioni importanti per orientarsi ed intercettare il cambiamento in tempo.

In fine, che ruolo avrà la crisi economica su questi scenari? Ostacolo o opportunità?