Steven Berlin Johnson – Nuovi intellettuali ibridi

 

Da qualche anno seguo con interesse Steven Berlin Johnson che ritengo il rappresentante di una nuova tipologia di intellettuali, che spero si diffonda.

La prima volta che lo vidi fu in un mitico documentario sui sistemi emergenti e subito mi colpi la sua capacità di trovare delle relazioni tra molti campi attraverso l’individuazione di certi processi e principi trasversali e significativi. Sa spaziare dall’umanistico allo scientifico in modo informale ed efficace per magari parlarci della rivoluzione messa in atto dai videogiochi o per mostrarci, nel suo ultimo libro The Ghost Map, come nella Londra del 1854 la drammatica situazione prodotta dal diffondersi del colera pose le basi per una nuova organizzazione delle città e del vivere sociale.

Mai banale riesce a nobilitare temi da geek e a proporre interessanti intuizioni sul nostro complesso mondo.

Attualmente sto leggendo i suoi due libri “La nuova scienza dei sistemi emergenti” e “Tutto quello che fa male ti fa bene.

Qui di seguito c’è il suo intervento al TED, dove lo descrivono così “… the best-selling author of five thoughtful and surprising books linking science, technology and society. He’s a longtime innovator in the web world …” e nel quale descrive il contenuto del suo ultimo libro The Ghost Map.

Image [Gruntzooki]

Bruce Sterling – Knowledge Management Diffuso

Che bello leggere Bruce Sterling!

Sterling è uno dei pochi visionari in grado di esserlo in modo estremo ma allo stesso tempo convincente e coinvolgente. Nasce come scrittore di fantascienza e ad un certo punto del libro descrive così la complessità del suo principale mestiere: “La fantascienza non s’incentra sulla libertà di immagianzione, ma su una libera immaginazione serrata e stridente entro quella morsa che alcuni chiamano vita reale”. 

In questo testo Sterling veste i panni del futurologo e, valorizzando la figura dei designer, ci parla di un nuovo modo di progettare oggetti sempre più intrisi di informazioni, conoscenze e della vastissima, automatica, continua e diffusa possibilità di gestirle e produrle. Questi oggetti chiamati SPIME sono la convergenza della società della conoscenza e delle necessità di sostenibilità, dice Sterling: “Gli SPIME sono l’informazione fusa con la sostenibilità“.

Non troverete precise dimostrazioni corrobororate da cifre e statistiche, nemmeno pratiche indicazioni per come diventare il designer o l’imprenditore di domani ma intuizioni e suggestioni che fecondano e plasmano le idee del futuro prossimo.

La produzione, l’esplicitazione, la memorizzazione e la costante elaborazione di tantissime informazioni, finiscono per dare una “identità“agli oggetti a cui sono legate e da cui scaturiscono. Questo mondo ed economia di SPIME produce una rete di oggetti che è Knowledge Management Diffuso elevato alla potenza.

Per Sterling diverrà sempre più importante il rappresentate digitale 3D degli oggetti, il “modello” che li anima e li trascende permettedo di superare i limiti della materialità, dello spazio, del tempo. Questo mondo di infomazioni e conoscenze diffusse in una rete digitale e di oggetti, questa ibridazione tra materiale e digitale, darà alla società futura la possibilità di adottare strategie di “prototipazione rapida” che secondo un diffusa prassi di continue e veloci simulazioni ed errori dovrebbe accellerarne la capacità di far fronte agli imprevisti. Come scrivevo anche prima sono suggestioni, intuzioni e vanno appunto prese per quelle che sono nella loro capacità di innescare nuove idee, inutile cercare di dare una soluzione a tutti i punti rimasti oscuri e aperti, non è questa la funzione da chiedere ad un intuitivo come Sterling.

Godetevi in fine, qui di seguito, il divertente e interessante intervento di Sterling in uno dei vari TechTalks di Google dove oltre che parlare del suo testo (con il supporto di Scott Klinker) accenna ad un tema a me caro, cioè parte dell’immaginario che sottende lo sviluppo di innovazione tecnologica e scientifica.

http://video.google.com/googleplayer.swf?docId=-3857739359956666768&hl=it

KEVIN KELLY – The Next Fifty Years of Science

http://video.google.com/googleplayer.swf?docId=-6119231548215342323&hl=it
Google TechTalks
May 9, 2006Kevin Kelly

ABSTRACT
The scientific method which provides us with so many technological goodies does not resemble the science of 1600. Ever since Bacon, science has undergone a slow evolution.

Landmarks in the history of the scientific method are the invention of libraries, indexes, citations, controlled experiments, peer review, placebos, double blind experiments, randomization, and search among others. At the core of the scientific method is the structuring of information.

In the next 50 years, as the technologies of information and knowledge accelerate, the nature of the scientific process will change even more than it has in the last 400 years. We can’t predict what specific inventions will arise in the next 50 years, but based on long-term trends in epistemic tools, I believe we can speculate on how the scientific method itself — that is, how we know — will change in the next five decades.

Nicholas Spitzer

http://video.google.com/googleplayer.swf?docId=5521576223940257588&hl=it 
Nicholas Spitzer, della UCSD, ha scoperto come la comunicazione chimica tra neuroni è più influenzabile e modificabile, rispetto a quanto ipotizzato sino ad oggi, da parte di schemi di attività elettrica che si sviluppano nel sistema nervoso. Sembra quindi che l’influenza del programma genetico sia meno rigida e si aprono forse nuovi orizzonti di ricerca per la cura di alcuni disturbi psichiatrici.Studiando le fasi di sviluppo delle connessioni fra neuroni periferici e muscoli, si è scoperto che la selezione di uno neurotrasmettitore rispetto ad un’altro è influenzata dallo schema di attività elettrica, e che, variando tale schema, cambia anche il neurotrasmettitore.Le cose da capire sono ancora molte e non mancano i dubbi sul possibile effetto di elettrostimolazioni mirate su cervelli umani adulti.Qui potete trovare parte dell’articolo originaleQui il laboratorio di SpitzerSopra un seminario dello stesso Spitzer dal titolo Building the Brain: From Simplicity to Complexity
FONTE: [Le Scienze]

Francisco Varela

Recentemente è uscito un documentario su Francisco Varela, che non ho visto, di cui ho trovato su YouTube la presentazione.
Per chi non conoscesse Varela vi suggerisco di leggere qui un interessante articolo di Alfonso M. Iacono e qui un articolo dello stesso Varela sulla Neurofenomenologia.
Francisco Varela con Humberto Maturana ci hanno donato quella straordianaria teoria che è l’Autopoiesi.
L’autopoiesi e il lascito di Varela in generale (nella biologia della conoscenza, nelle scienzecognitive, nell’epistemologia, ecc.) sono carichi di importanti intuizioni e ipotesi che ispireranno ancora per molti anni la ricerca scientifica. Quella ricerca capace di mostrarci nuovi e rivoluzionari punti di vista su ciò che siamo come esseri viventi, uomini e sul nostro modo di conoscere e “costruire un mondo”.

Festival della Scienza di Genova – Seguendo un filo rosso –

In questi giorni si sta svolgendo il Festival della Scienza di Genova. Tra le tante e interessanti proposte dell’evento, volevo segnalarvi alcune conferenze:

C’è un filo rosso che partendo dalla comprensione di cos’è e come funziona biologicamente la vita arriva fino alle recenti scoperte delle neuroscienze, le quali, negli ultimi anni, stanno dialogando in modo molto fertile con alcune note teorie della mente che necessitavano sicuramente di conferme. Allo stesso tempo, le neuroscienze, adoperano sempre più le potenzialità esplicative di metapsicologie che hanno accumulato decenni di studi e applicazioni.La massa critica di conoscenze raggiunta, in campi un tempo distanti, premia la ricerca transdisciplinare e i risultati stanno cambiano profondamente l’idea di conoscenza, vita, uomo. Un numero crescente di esperti e studiosi sono convinti che, da questa accelerazione della ricerca, stiano nascendo nuove idee di sviluppo, nuove metafore culturali e magari anche nuove possibilità di concepire il nostro futuro.I personaggi che ho su citato sono rappresentanti di questa Rivoluzione Silente.

Devescovi – Jung e le Sacre Scritture –

Ho avuto la fortuna di conoscere Pier Claudio Devescovi e di apprezzare la sua ricerca prima della pubblicazione di “Jung e le Sacre Scritture”. E’ un libro che consiglio, anche se un po’ per addetti ai lavori. Che piaccia o meno, c’è un immaginario che sottende anche un periodo ipertecnologico come il nostro. La tradizionale custode di questo immaginario, in occidente, è stata per duemila anni il Cristianesimo ma la Chiesa non nasconde le attuali difficoltà nel riuscire a parlare al cuore delle persone.
Perché nel 2006 la teologia ufficiale è ancora legata alla Scolastica? Che fine ha fatto il significativo dibattito teologico del Rinascimento? Quale apporto può dare la Psicologia Analitica a queste questioni?
I fenomeni ampi e complessi è meglio osservarli da più punti di vista, e per capire le dinamiche che sottendo l’attuale periodo culturale è necessario addentrarsi anche sotto la superficie della coscienza collettiva. Le intuizioni di Carl Gustav Jung sono più vive che mai e Devescovi propone una interpretazione molto interessante e coraggiosa.

I sistemi emergenti

E’ uscito di recente il nuovo libro del Prof. Pier Luigi Luisi, un ricercatore che tiene alta la bandiera della scienza italiana nel mondo. Luisi si occupa della origine della vita intesa come sistema autopoietico. Qui potete trovare una breve introduzione al suo testo “The Emergence of Life – From Chemical Orgins to Synthetic Biology“.
E’ da questo genere di ricerche di base che, da almento vent’anni, nascono idee, ipotesi, teorie che influenzano numerose altre discipline scientifiche (e non) arrivando a produrre modelli di riferimento anche per la progettazione in molti campi come le organizzazioni e la tecnologia.

Minsky

Non è stata una trasferta facile. Milano Bergamo in due ore! La radio parlava di A4 letteralmente chiusa in certi tratti a causa di più incidenti e di invasione del Veneto da parte di nostalgici Austroungarici!
Comunque siamo riusciti, a differenza di Leeander e Co. (di cui qui trovate lo spassoso post) a seguire tutto l’intervento dal vivo.
Marvin Minsky non ha fatto un discorso organico, ha dato più che altro delle suggestioni sparse e ha rinunciato ad utilizzare buona parte delle slide che aveva portato. Effettivamente una sola ora per un personaggio del genere e per l’argomento che doveva esporre era insufficiente. Comunque ha fatto di tutto per non farsi capire da chi non era già avvezzo al suo pensiero e più in generale ai recenti sviluppi della A.I.. Minsky ha suggerito di visitare il suo sito (lo trovate qui) dove è possibile approfondire le sue ricerche.
Insomma, non è stato (e/o non ha potuto) generoso ma gli spunti sono stati interessanti:

  • la ricerca in A.I. è rimasta troppo tempo legata ad una visione ingenua della mente come sistema solo logioco e razionale;
  • si può pensare in molti modi non solo con la logica“;
  • si possono fare ipotesi con le emozioni”;
  • perchè dopo 40 anni i computer non sanno ancora riconoscere un oggetto semplice come un bicchiere;
  • vi sono solo 30/40 ricercatori dell’A.I. che danno la giusta importanza a sistemi che imparano da se stessi;
  • propone un modello della mente con 6 livelli di pensiero di cui i primi sono simili agli oggetti di ricerca del comportamentismo e gli ultimi, i più elevati, sono da considerare “LIVELLI SATELLITE, a parte; ci sono gli istinti e poi l’etica (che sono molto forti), salendo sia arriva su (come diceva Freud!) fino alla coscienza, emersa [evolutivamnete] con il crescere di importanza delle relazioni sociali”;
  • la comprensione deve essere qualcosa di biologico, capire è avere molti punti di vista;
  • il mio modello dei 6 livelli a similitudini con quello di Freud” [!!!];

In fine le domande (che, come la pensano anche quelli di Edge, sono molto importanti) di uno dei padri dell’A.I.:

  • Cosa sono le emozioni?
  • Perchè i computer sono così poco intelligenti?
  • Non è strano che in 40 anni di ricerca nell’A.I. non si sono fatti grandi miglioramenti?
  • Qual’è il vantaggio di un programma Lisp?
  • Cosa vuol dire conscio?

Sono stato l’ultimo del pubblico a fargli una domanda ma da come “non” ha risposto, ai più, è venuto il sospetto che:

  1. era stata tradotta male la domanda;
  2. si era stufato e voleva solo uscire;

va bè …. sarà per la prossima volta.

La macchina delle emozioni

I robot possono costruire automobili, ma nessun robot è in grado di fare un letto, pulire la casa o fare la baby-sitter”.

Così Marvin Minsky, uno dei padri dell’intelligenza artificiale, critica l’intelligenza artificiale classica che è in grado solo di programmare computer “stupidi” capaci di imitare l’intelligenza umana, senza capire ciò che fanno. Minsky sostituisce all’idea di una coscienza centrale una serie di fattori emotivi in grado di porre le varie funzioni della mente in relazione tra loro e propone una emotion machine da contrapporre ai computer dell’intelligenza artificiale classica.

Se ne parlerà a Bergamo Scienza, dove interverrà Marvin Minsky ven 29.09.2006 – ore 18:30 I Ex Chiesa S.Agostino via Fara – Città Alta.

Per saperne di più potete leggere qui una intervista a Minsky tratta da Tecnology Review. Qui la traduzione in italiano tratta da Boiler.