Psicologia Evoluzionistica e Psicoterapia

Da una decina d’anni mi interesso agli sviluppi della Psicologia Evoluzionistica, delle possibili ricadute applicative nella psicoterapia e più in generale per lo sviluppo della persona adulta.

La Psicologia Evoluzionistica è la scienza che studia lo sviluppo filogenetico della mente umana integrando la paleontologia, l’etologia, le neuroscienze, la genetica e molto altro. Sin dai tempi di Freud ci si è interrogati suo ruolo dello sviluppo ontogenetico della mente nella salute psichica, come si caratterizzi lo sviluppo della mente dall’infanzia sino alla età adulta, soprattutto in relazione con le figure di riferimento (caregivers).

Solo negli ultimi vent’anni circa abbiamo accumulato un numero sufficiente di conoscere e strumenti di indagine transdisciplinare per cominciare a chiederci cosa vuol dire avere una mente Homo Sapiens. Non possiamo confrontarci con altri ominidi evoluti ed inevitabilmente molti dei nostri tratti di specie vanno sullo sfondo, si fanno cultura, vengono tenuti scontati anche se non lo sono. Essere Homo Sapiens è essere psichicamente in un certo modo, all’interno del quale è poi presente una varietà immensa di differenze psicologiche individuali.

Come puoi capire possono sorgere domande molto interessanti. Per esempio, quali caratteristiche generali cognitive e di sistemi motivazionali nella nostra specie possono essere causa di distorsioni (bias) individuali e collettive? Quali strutture cognitive, comportamentali, motivazionali sono universali nelle specie senzienti auto-coscienti di livello approssimabile all’umano e quali no? In cosa e come i Neanderthal erano mediamente più dotati mentalmente di noi e in cosa meno? Le domande possono essere molte altre.

Ritengo il campo della Psicologia Evoluzionistica applicata uno dei gli ambiti più promettenti in ambito psichiatrico, psicoterapeutico, pedagogico e culturale in generale. Sicuramente è anche un ambito di fervente dibattito politico e in certi frangenti da usare con saggezza e cautela.

Abbiamo la fortuna di avere in Italia uno dei ricercatori più brillanti in questo campo Marco Del Giudice che si occupa proprio delle ricadute in ambito psicoterapeutico della Psicologia Evoluzionistica.

Riporto un suo intervento ad un evento Sitcc (Società Italiana di Terapia Comportamentale e Cognitiva) in cui, partendo dai Sistemi Motivazionali di Liotti, mostra quanto la ricerca stia ampliando la complessità e potenzialità teoriche del modello dei sistemi motivazionali.

https://vimeo.com/542313418/09a8bda256

Per chi volesse approfondire Marco suggerisce di leggere questi suoi due articoli (1, 2) per esplorare ipotesi di nuove modellizzazione dei sistemi motivazionali in relazione con le emozioni e la personalità.

Aggiungo anche un video in cui Marco dialoga con Giancarlo Dimaggio e Giulio Anichini sul rapporto tra coportamento umano e Psicologia Evoluzionistica sul canale di Liberi Oltre le Illusioni – STEM.

Come avrò modo di approfondire in altri articoli, la mia ipotesi generale è che sia necessario indagare due livelli di distorsione psicologica e la loro interazione: quello personale biografico con le tendenze cognitive e motivazionali tipiche della nostra specie. Alcuni autori stanno provando a vedere le correlazioni in ambito psichiatrico come il testo di Nesse tradotto in italiano “Buone ragioni per stare male“. Altro esempio è il rapporto tra come le pratiche di mindfulness che (a mio parere lavorano per una buona parte su tendenze cognitive generiche della mente di specie) possono essere utilizzate in ambito educativo, di crescita personale o anche in ambito clinico come diversi approcci di psicoterapia cognitivista di terza ondata propongono da qualche anno.

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